'Per piangere c'è sempre tempo', i funerali di Cotto ad Asti
Una chitarra di fiori per il dj e scrittore
"Per piangere c'è tempo, per piangere c'è sempre tempo". Massimo Cotto al suo funerale non voleva lacrime, non voleva vestiti neri e voleva donne con i tacchi alti. Nel giorno dell'addio, alle 15.30 nella chiesa di San Giovanni Bosco ad Asti, ha avuto tutto questo. Un abbraccio commosso dei suoi amici e della sua città, ma con lacrime molto ben trattenute, ha accompagnato il giornalista, dj, scrittore e conduttore radiofonico nel suo ultimo viaggio. Cotto era nato a Asti il 20 maggio del 1962, stella del basket in gioventù, a 16 anni sente il richiamo della radio e inizia a fare il dj. Da lì parte la sua carriera che lo porta ai microfoni anche di Virgin Radio, oltre a raccontare il rock e la musica in numerosi articoli, libri o pubblicazioni. Padre della manifestazione "Asti Musica" è stato anche assessore comunale alla Cultura dal 2012 al 2017. "Sembra una festa, perché qui c'è la gioia che hai saputo trasmettere nella tua vita" dice l'officiante durante l'omelia. L'Alleluia è suonata sulle note di Born to run, sulla bara c'è anche una chitarra elettrica fatta di fiori come omaggio di Virgin radio, oltre a una sciarpa del Torino, sua grande passione calcistica. Tra gli altri a dare l'estremo saluto a Cotto ci sono anche Piero Pelù, Francesco Renga, Omar Pedrini e Joe dei La Crus. Massimo Cotto è morto nella notte tra giovedì 1 e venerdì 2 agosto, dopo quasi un mese in rianimazione all'ospedale Cardinal Massaia di Asti. Lascia la moglie Chiara Buratti e il figlio Fransceco di 17 anni.
(T.Wright--TAG)