Alla Scala nuova Turandot con sorpresa in ricordo di Puccini
Livermore crea un mondo da favola per la principessa Netrebko
Dopo La rondine diretta da Riccardo Chailly andata in scena lo scorso aprile, il teatro alla Scala continua il suo omaggio a Giacomo Puccini a cento anni dalla morte con un nuovo allestimento di Turandot affidato alla regia di Davide Livermore e alla direzione di Michele Gamba, maestro chiamato dopo il forfait di Daniel Harding. Protagonisti Anna Netrebko, Yusif Eyvazov (che si dà il cambio con Roberto Alagna), e Rosa Feola nella parte di Liù. L'ultima opera di Puccini, terminata dopo la sua morte da Franco Alfano (ma esiste anche una versione di Luciano Berio), è saldamente legata al teatro milanese. Qui infatti fu eseguita in prima assoluta nel 1926 con la direzione di Arturo Toscanini che, nel punto a cui Puccini era arrivato, posò la bacchetta e disse al pubblico "qui finisce l'opera perché il maestro è morto" senza proseguire. Non accadrà così nella versione diretta da Gamba, ma ci sarà comunque una scissione fra la parte composta da Puccini e quella di Alfano, un minuto di silenzio per ricordare "e dire grazie" al compositore, come ha spiegato Livermore. Al pubblico all'ingresso in teatro sarà data una candela, che nel punto della morte sarà accesa insieme a quelle che, sul palco e anche in platea, avranno tutti i protagonisti dell'opera. Un minuto solo prima, poi riprenderà l'opera. La composizione è conosciutissima anche da chi non frequenta la lirica, se non altro per il 'Nessun dorma', ma nell'opera c'è molto di più, ha assicurato Gamba. E ci sono anche piani diversi di lettura. C'è quello della favola per cui Livermore, con le scene realizzate insieme a Eleonora Peronetti, Paolo Gep Cucco, i costumi di Marianna Fracasso e le luci e i video di Antonio Castro e D-Wok, ha creato "un mondo che non c'era" a tratti ispirato da Blade Runner e dai manga. La storia è quella della principessa Turandot che sposerà solo chi risolve tre difficili enigmi, pena la morte per chi non trova la soluzione e Calef, principe ignoto, li risolve. Ma poi rilancia con la principessa: se scoprirà entro l'alba il suo nome, potrà ucciderlo. Turandot cerca di scoprirlo, interroga Timur, padre di Calef, e Liù la schiava innamorata di lui che si uccide per non tradirlo. Ma alla fine, anche se lo sa, lo chiama amore e lo abbraccia. Una favola, ma contemporanea, in cui ci si può riconoscere, secondo Livermore. Calef è chiunque abbia deciso di fare qualcosa nonostante gli avessero detto che non poteva, Liù la donna che si sacrifica per amore di altri fino in fondo e Turandot è il suo opposto, il rovescio della stessa medaglia. Il tributo a Puccini continuerà con un concerto speciale il 29 novembre, giorno esatto del centenario della morte, diretto da Riccardo Chailly con coro e orchestra della Scala, Anna Netrebko e Jonas Kaufmann, mentre dal 24 ottobre arriverà al museo del teatro 'L'opera incontra i nuovi media. Puccini, ricordi e l'ascesa dell'industria moderna dell'intrattenimento' ora in corso alla sede di Bertelsmann a Berlino.
(F.Jackson--TAG)