Dal satellite Earthcare i primi indizi sui poteri delle nuvole
Nelle immagini anche la tempesta Boris sul nord Italia
La reale capacità delle nuvole di surriscaldare o raffreddare l'atmosfera comincia a disvelarsi nelle prime immagini che il satellite Earthcare ha raccolto durante la sua fase di rodaggio mentre sorvolava l'Europa e il nord Italia battuto dalla tempesta Boris di metà settembre. Il risultato viene presentato al Congresso internazionale di astronautica di Milano Iac24 dall'Agenzia spaziale europea, che conduce la missione insieme all'omologa giapponese Jaxa. "Sebbene ci troviamo ancora nelle fasi iniziali della missione e siamo impegnati nella messa in servizio del satellite, i risultati che presentiamo oggi sono davvero notevoli", commenta Simonetta Cheli, a capo dei programmi di osservazione della Terra dell'Esa. "Non solo confermano ulteriormente che tutti e quattro gli strumenti funzionano eccezionalmente bene così come il modo complesso in cui vengono elaborati i dati, ma evidenziano anche la potenza delle loro misurazioni combinate. Ciò dimostra che la missione è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi". I dati, acquisiti dal satellite lo scorso ;;18 settembre, offrono una panoramica completa dall'Europa centrale alla Svezia, evidenziando in particolare le nubi temporalesche sopra il nord Italia associate alla tempesta Boris (responsabile dell'alluvione in Emilia Romagna), alcuni cirri sopra la Svezia e alcune nubi basse sopra il mar Baltico meridionale. Le immagini riprese sopra l'Italia mostrano un forte effetto di raffreddamento nella parte superiore del temporale, dovuto all'elevata emissione di radiazioni termiche nello spazio. Sotto questo strato di raffreddamento, la nube densa assorbe il calore che si irradia dalla superficie terrestre, creando un effetto di riscaldamento. Lo studio dei cirri nei cieli svedesi, invece, mostra il loro potere nel riscaldare l'atmosfera, soprattutto dove le nubi assorbono sia la radiazione solare che il calore emesso dalla superficie terrestre. Questo effetto non si verifica solo nelle zone in cui le nubi diventano più spesse e i loro cristali di ghiaccio più grandi.
(N.Miller--TAG)