Aviaria,'casi nell'uomo eventi isolati ma non abbassare guardia'
Studio italiano, uccelli rimangono ospiti principali del virus
Al momento non ci sono elementi che suggeriscano che il virus dell'influenza aviaria A/H5N1 diffuso negli ultimi mesi in Nord America abbia acquisito la capacità di trasmettersi nell'uomo. Anzi, le infezioni umane sono "eventi isolati derivanti dall'esposizione diretta o ambientale ad animali infetti, piuttosto che prove di una diffusione efficiente da uomo a uomo". Tuttavia, non bisogna dimenticare che "ogni evento di spillover, anche quando isolato, rappresenta un potenziale passo verso l'adattamento e una trasmissione più ampia". Sono le conclusioni di uno studio italiano in corso di pubblicazione, condotto da ricercatori dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Università di Sassari coordinati da Massimo Ciccozzi. I ricercatori hanno analizzato i dati genomici ed epidemiologici relativi ai virus A/H5N1 che negli ultimi mesi hanno infettato l'uomo in Usa e in Canada, confermando che, nel complesso, l'agente patogeno dell'aviaria continua a mantenere caratteristiche che non lo rendono idoneo a trasmettersi in maniera efficiente da uomo a uomo. Il segnale più preoccupante arriva dal virus che ha infettato un ragazzo in Canada e che finora ha rappresentato il caso più grave: presenta una mutazione nel gene per l'emoagglutinina - una proteina che il virus usa per attaccarsi alle cellule umane - che lo rende più efficace ad attaccare le cellule umane. Questo episodio, tuttavia, rimane al momento isolato. "I dati qui presentati suggeriscono che attualmente gli uccelli rimangono gli ospiti principali di questo virus e non ci sono prove di eventi di spillover che portino alla trasmissione da uomo a uomo tramite infezione diretta", conclude il gruppo di ricerca, che oltre a Ciccozzi, comprende Francesco Branda e Fabio Scarpa. "Tuttavia, questa possibilità non può essere esclusa in futuro, rendendo essenziale il monitoraggio genomico continuo e la preparedness".
(B.Ramirez--TAG)